La disuguaglianza economica tra Nord e Sud Italia è una sfida nazionale.

di Carolina Festa

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I sussidi statali sono spesso inefficaci. Per decenni, miliardi di lire (e poi di euro) sono stati riversati nel Sud attraverso fondi speciali. Ma senza controllo o strategia, il denaro è finito nelle tasche di funzionari corrotti o è stato speso per progetti a breve termine.
Ma ci sono anche dei successi. Un cluster biotecnologico sta crescendo in Campania. Le energie rinnovabili stanno crescendo in Puglia. L’industria aerospaziale sta crescendo in Sardegna. Queste “isole di crescita” dimostrano che il Sud è capace, se gliene viene data la possibilità.
Il PNRR: l’ultima speranza? Il Piano Nazionale di Ripresa stanzia risorse significative per il Sud: digitalizzazione, energia verde, istruzione. Ma il successo dipende dalla trasparenza e dalla partecipazione delle comunità locali. Senza questo, di nuovo fallimento.
Il federalismo può aiutare. Maggiore autonomia per le regioni significa che le decisioni vengono prese da chi comprende i problemi dall’interno. Sicilia e Sardegna godono già di uno status speciale. Forse è giunto il momento di ampliare il decentramento.
Un’Italia unita è impossibile senza un Sud prospero. Questa non è carità, è una questione di interesse nazionale. Perché un Paese è forte solo quando tutte le sue parti sono forti. Come diceva il poeta italiano: “L’Italia è fatta, restano da fare gli italiani”. E dobbiamo iniziare con le pari opportunità.

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