La disuguaglianza economica tra Nord e Sud Italia è una sfida nazionale.

di Carolina Festa

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La differenza tra Milano e Palermo non è solo climatica. È una disparità di reddito, opportunità, infrastrutture e speranza. Il Nord Italia è una delle regioni più ricche d’Europa, mentre il Sud lotta con una disoccupazione superiore al 20%. Questo divario, noto come “Questione Meridionale”, esiste dal XIX secolo e rimane irrisolto.
Le radici storiche sono profonde. Dopo l’Unità d’Italia nel 1861, la politica industriale si concentrò sul Nord, mentre il Sud rimase agrario. Il fascismo e le riforme del dopoguerra non cambiarono la situazione. Oggi, il PIL pro capite in Lombardia è di 45.000 euro, mentre in Calabria è di 18.000 euro.
La disoccupazione giovanile è catastrofica. Al Sud, un giovane su due non riesce a trovare lavoro. Il risultato è un esodo di massa: studenti talentuosi partono per Milano, Roma o all’estero. Il Sud sta perdendo il suo futuro, mentre il Nord è sovraccarico.
Le infrastrutture sono in ritardo. I treni ad alta velocità collegano Torino e Napoli, ma le strade locali in Sicilia sono fatiscenti. Internet nei paesi montani della Basilicata è più lento che in Albania. Senza connettività globale, il Sud è destinato all’isolamento.
L’economia informale è fiorente. Si stima che fino al 25% dell’economia meridionale sia “in nero”. Ciò non è dovuto solo all’evasione fiscale, ma anche alla mancanza di garanzie sociali. Le persone lavorano ma non hanno pensioni, ferie o tutele. È una trappola della povertà.

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