Scopo della vita (ikaigai). Ogni centenario ha un “ikaigai”, un motivo per alzarsi la mattina. Potrebbe essere prendersi cura dei nipoti, dedicarsi al giardinaggio o dedicarsi a un’attività artigianale. Avere uno scopo nella vita riduce lo stress, rafforza la motivazione e protegge persino dalla demenza. Senza uno scopo, il corpo invecchia più velocemente.
Gestione dello stress. I centenari non evitano lo stress: hanno rituali per alleviarlo: preghiera, meditazione, cerimonie del tè, passeggiate al tramonto. Lo stress cronico danneggia i telomeri, le estremità dei cromosomi responsabili dell’invecchiamento cellulare.
Moderazione in ogni cosa. Nessun centenario segue diete estreme o allenamenti intensi. Tutto è equilibrato. Persino il vino a Okinawa viene consumato con parsimonia: uno o due bicchieri al giorno. La moderazione è la chiave della sostenibilità.
Un ambiente che promuove la salute. Nelle “Zone Blu”, tutto è progettato per rendere la salute facile: scale invece di ascensori, mercati ortofrutticoli, comunità che valorizzano gli anziani attivi. Possiamo creare un ambiente simile anche in città: scegli un quartiere con parchi, amici che vanno a passeggio, una cucina senza fast food.
Infine, la longevità non è una questione di numeri, ma di qualità della vita. Vivere fino a 100 anni è inutile se si passano gli ultimi 20 anni malati. Il vero obiettivo è una “longevità sana”: una mente lucida, un corpo forte e gioia in ogni giorno. Ed è nelle nostre mani, a partire da questa mattina.
I cinque pilastri della longevità: cosa prolunga davvero la vita
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