La procrastinazione non è pigrizia, ma regolazione emotiva. Procrastiniamo non perché non vogliamo lavorare, ma perché il compito scatena ansia, noia, paura di fallire o sovraccarico. Capire questo è la chiave per la soluzione. Dobbiamo combattere non l’inazione, ma le emozioni che la sottendono.
Scomponi il compito in micro-passi. “Scrivi una relazione” suona minaccioso. “Apri un documento” è facile. “Scrivi un titolo” è ancora più facile. Inizia con l’azione più piccola. Una volta iniziato, l’inerzia farà il suo lavoro.
Usa la tecnica del Pomodoro. Lavora per 25 minuti, riposa per 5. Sapere che una pausa sta arrivando riduce la resistenza. Puoi fare di più in quattro cicli che in quattro ore di lavoro caotico. La chiave è un timer e l’assenza di distrazioni.
Rimuovi i tuoi “punti di resistenza”. Perché non inizi? Forse devi trovare un file, accendere il computer, scegliere la musica? Fate tutto la sera prima. Al mattino, sedetevi e iniziate. Meno ostacoli ci sono, maggiori sono le vostre possibilità di iniziare.
Perdonatevi per la procrastinazione passata. Colpa e vergogna non fanno che rafforzare il ciclo: procrastinazione → colpa → ulteriore procrastinazione. Ripetetevi: “Va bene. Oggi ricomincio”. L’autocompassione è un potente antidoto alla procrastinazione.
Come superare la procrastinazione: strategie pratiche dagli psicologi
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