Motivazione vs. Autodisciplina: qual è più importante nel percorso verso un obiettivo?

di Carolina Festa

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Molte persone aspettano un “lampo di motivazione” per iniziare a cambiare vita: perdere peso, imparare una lingua, scrivere un libro. Ma l’esperienza dimostra che la motivazione è un’alleata inaffidabile. Va e viene, come uno stato d’animo. L’autodisciplina, d’altra parte, è un motore costante che funziona anche nei giorni di stanchezza e dubbio. Capire la differenza tra le due è il primo passo verso un vero cambiamento.
La motivazione è un’emozione. Nasce da un video stimolante, da una storia di successo o da una spinta interiore. Ti dà una spinta, ma svanisce rapidamente, soprattutto di fronte alla routine, alle difficoltà o ai fallimenti. Affidarsi esclusivamente ad essa è come costruire una casa sulla sabbia.
L’autodisciplina è un’abilità. È la capacità di fare ciò che devi fare, anche quando non ne hai voglia. Non dipende dal tuo stato d’animo. Si costruisce attraverso piccole decisioni quotidiane: alzarsi alle 6 del mattino, saltare il dessert, aprire un libro di testo invece dei social media. Col tempo, questi buoni propositi diventano abitudini.
L’equilibrio perfetto è usare la motivazione come scintilla e la disciplina come carburante. All’inizio di un percorso, la motivazione ti aiuta a definire il tuo obiettivo e a darti energia. Ma non appena l’entusiasmo svanisce (e succederà), la disciplina prende il sopravvento. Dice: “Lo farò perché è importante, non perché mi diverto”.
L’autodisciplina si sviluppa gradualmente. Inizia con delle microabitudini: 2 minuti di meditazione, 1 pagina di lettura, 5 flessioni. Il successo a piccoli passi aumenta la fiducia in se stessi e sviluppa la tua “forza di volontà”. Non cercare di correre la mattina e scrivere subito sul tuo diario: inizia con un’azione.

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